L'indagine è cominciata

« Older   Newer »
  Share  
Iskander
view post Posted on 31/7/2010, 12:44




Dopo un difficile viaggio attraverso le sterminate terre dei Rus, con la perdita delle navi per un attacco pecenego nel basso Dnjeper, i norvegesi riescono a superare i sette salti dei Variaghi e a giungere a Costantinopoli, grazie alla flotta commerciale dell'eccentrico mercante veneziano Leone Tradonico. A Miklagaard gli inviati di re Harald incontrano il loro contatto "greco", il monaco atonita Eraclio Akropolites; privi di risorse economiche, i norvegesi impiegano alcuni marinai in un lavoro di sorveglianza di una nave mercantile normanna. Licenziati dopo poco tempo, per la presunta scomparsa di preziosi dalla nave, i marinai norvegesi sono attaccati improvvisamente dalle nuove guardie in servizio; nello scontro rimangono coinvolti anche Leone e, più marginalmente, Eraclio. Sistemati presso la palazzina di Leone, nel cuore del quartiere veneziano, i capi norvegesi, che avevano fatto la conoscenza anche di Issam, un messo dell'Emiro di Aleppo, arrivando al porto di Eleutherion, vedono i loro marinai e lo stesso Leone ordinati in fila indiana e condotti in prigionia da un gruppo di guardie. Un breve processo sommario svoltosi presso la caserma delle guardie portuali, sancisce per tutti i coinvolti nella rissa una condanna a un paio di mesi di servizio come rematori sui dromoni, commutato in una pesante ammenda, pagata, grazie alle ricche sostanze di Leone. Riarmatisi grazie al contatto con i mercanti Kievani, i norvegesi, Leone ed Eraclio sono tenuti d'occhio attentamente da un misterioso cavaliere, probabilmente un alto ufficiale del tagma delle Scholai, che li osserva dalle mura cittadine; ancor prima che le indagini abbiano inizio, i norvegesi e Leone fanno un incontro a dir poco inquietante: un monaco, apparso dal nulla, nell'oscurità della notte, li ammonisce e li invita in modo deciso a desistere dalla loro missione, prima di svanire nuovamente nell'ombra. Il più colpito da questo fatto è certamente il veneziano Leone, esperto di occulto, che, dopo aver parlato con il celebre filosofo Michele Psello, amico di Eraclio, che lo aveva già interpellato a proposito del caso Olaf, cercherà di scoprire qualcosa di più con la consultazione di testi proibiti, custoditi presso le biblioteche di Costantinopoli. Mettendo insieme le informazioni ricavate da Psello e quelle ottenute da Knud, oste della taverna Korax Arktou, frequentata quasi esclusivamente da membri della Guardia Variaga, i norvegesi e gli altri giungono alla conclusione che Olaf sia detenuto nella Torre presso il settore settentrionale delle mura della città alta di Bisanzio. Issam pensa che nella stessa torre possa essere tenuto come prigioniero anche Khaled, consigliere dell'Emiro, sparito nel nulla da qualche tempo e forse rapito dai Bizantini; con un astuto stratagemma, dopo aver ottenuto il benestare del Patriarca Michele Cerulario, conoscente di Eraclio, il monaco conduce alcuni norvegesi presso la torre, con la scusa di portare Oleg, vecchio amico, che finge di essere il padre morente di Olaf, a far visita a quest'ultimo per l'ultima volta. Il carro su cui è trasportato Oleg, che finge di non avere l'uso delle gambe, ha un doppio fondo, nel quale è nascosto Issam; la struttura della torre, però, impedisce alla missione di effettuare qualsiasi azione per liberare i prigionieri. Tuttavia, Eraclio e Oleg riescono a parlare con Olaf e a imbastire un sistema basato su finti componimenti poetici per rendere possibili future comunicazioni; Olaf, dapprima in stato confusionale, racconta la sua verità: trattenutosi presso la locanda di Knud, dopo aver parlato con Anna Doukas, rimane in compagnia di alcuni greci, con i quali si ubriaca. Il figlio di Magnus si risveglia la mattina seguente, trovandosi sdraiato in mezzo al Foro di Costantino, su cui si affaccia la taverna, con in mano un'ascia insanguinata che non gli appartiene e, accanto, il corpo di Giovanni Calafate, spatharios dell'imperatore, suo migliore amico e fidanzato di Anna, per la quale lo stesso Olaf aveva un debole.
Nel tentativo di ottenere denaro per rimborsare il servizio eccezionale delle guardie della torre, che si sono adoperate affinché il robusto Oleg potesse, imbragato, raggiungere la cella di Olaf, e di avere il permesso per la consultazione dei testi proibiti, i nostri eroi tornano dal segretario del patriarca, senza apprezzabili risultati. Dopo un tentativo a vuoto con Enrico Sante, responsabile del quartiere veneziano, i norvegesi e gli altri incontrano Folco Spinola, eccentrica e inquietante figura, che riveste lo stesso ruolo di Sante nel quartiere genovese; come con Sante, si cerca di ottenere un aiuto nelle indagini sul caso Olaf, in cambio di vantaggiosissimi accordi commerciali con la Norvegia e con Yaroslav di Kiev, amico di Harald. L'incontro, che si svolge insolitamente a mezzanotte, in un'isolatissima locanda del quartiere genovese, rivela che Folco ha grandi conoscenze del mondo dell'occulto, che attraggono non poco l'attenzione di Leone; l'accordo sembra ormai sul punto di essere stretto, quando un clangore di armi interrompe l'incontro.
 
Top
2 replies since 31/7/2010, 12:44
  Share  
 

Comments

« Older   Newer »
  Share  
Kart-Hadsha
view post Posted on 2/8/2010, 16:31




il clangore di solito vuol dire botte. Issam saprà farsi valere
 
Top
Iskander
view post Posted on 2/9/2010, 13:19




Di lì a poco la locanda è assaltata da un gruppo di armati che, a quanto sembra, hanno il compito di uccidere i variaghi e i loro compagni; lo scontro, però, volge facilmente a favore di questi ultimi, che riescono anche a catturare vivo uno degli aggressori, successivamente interrogato da Folco e torturato da un suo fido aguzzino deforme in un locale sotterraneo nei pressi della locanda. I variaghi assistono all'interrogatorio e riescono a sapere soltanto che un uomo incappucciato ha assoldato un gruppo di sbandati e assassini per eliminarli.

Di ritorno alla casa di Leone, a notte fonda, i variaghi decidono di rintracciare la casa di Giovanni Calafate, l'assassinato, e per farlo stabiliscono che il giorno dopo andranno a fare il giro delle taverne dei quartieri residenziali per carpire informazioni dagli ubriachi; Eraclio, invece, si recherà presso gli archivi del patriarcato per trovare indicazioni circa il quartiere di residenza di Giovanni, tramite la consultazione di documenti concernenti i membri della corte. I variaghi, nonostante reiterati tentativi, non hanno successo e riescono ad individuare solo la casa di una coppia che, quantomeno, sembrava conoscere il cognome. Eraclio non riesce ad uscire di casa perché bloccato da un sonno anormale, dal quale non è possibile svegliarlo in alcun modo; nel sogno un demone lo costringe con la tortura a fare un patto. Quando i variaghi tornano Eraclio è sveglio, anche se sconvolto; il monaco decide di dire tutto anche ai compagni solo dopo aver consultato Folco Spinola. Giunti al palazzo del genovese, i variaghi ottengono che una guardia invii un messo a Folco; il messo torna, un po' stralunato, con la risposta, che è affermativa e che indica un luogo preciso per l'incontro. Il gruppo, in un clima insolitamente freddo e brumoso, incontra Folco insieme a due guardie genovesi; Eraclio riferisce tutto a Folco, che in risposta ribatte dicendo che in questo modo ha appena infranto il patto, rivelandolo a tutti e mettendo tutti in pericolo di vita. Con un'azione improvvisa Folco tenta di pugnalare alla gola il monaco, che, però, spinto via da un variago, risulta solo ferito lievemente alla spalla. Inizia un furioso combattimento tra i genovesi e i variaghi, in cui il principe Gruthal è gravemente ferito alla testa dalla balestra multipla di Folco ed Engar, completamente immobilizzato all'improvviso, subisce sorte simile sotto i colpi di spada di una guardia. Ulf resiste, ma, in generale, i colpi dei variaghi, anche se a segno, forano corpi solo all'apparenza resistenti, che sprigionano fumo nero dalle ferite e che sembrano divenire gassosi all'urto, tanto da far sbilanciare e passare da parte a parte chi porta i fendenti. Solo le preghiere esorcistiche di Eraclio sembrano causare sofferenza ai tre nemici, che comunque continuano lo scontro.
I variaghi continuano a battersi, tentando il tutto e per tutto, ma senza successo, fino a quando Folco ricarica la balestra a mano e con un tiro ravvicinato trafigge il fianco di Gruthal; appena prima che il terzo colpo della mini-balestra multipla sia scoccato e risulti letale per il principe norvegese, ormai gravemente ferito e in fin di vita, la testa del presunto Folco è trapassata da tre dardi di una balestra analoga a quella menzionata generando un vapore sfregolante simile a quello della birra gettata su una piastra incandescente. Mentre il falso Spinola si accascia al suolo agonizzante, tutti si voltano verso il luogo dal quale provengono i dardi e vedono la figura del vero Folco, a cavallo, con il braccio che ha appena scoccato i colpi ancora teso a mezz'aria. Il genovese invita tutti i variaghi ad allontanarsi, quindi grida un ordine alle guardie e agli altri collaboratori che lo accompagnano. Con grande maestria alcuni uomini a cavallo, galoppando in varie direzioni con delle corde tese, tracciano un pentacolo attorno al falso Folco e alle sue guardie. Gli uomini del vero Folco estraggono le spade e le intingono in una bisaccia contenente acqua marina, quindi si scagliano contro i tre nemici, avendone ragione dopo un feroce combattimento. Quando i tre falsi genovesi sono a terra, gravemente feriti, Folco estrae un antico libretto tascabile e inizia a leggere un testo esorcistico in una lingua sconosciuta, mentre tiene sollevata la mano destra, con il palmo aperto; dopo poco le creature si disgregano e tre scie di fumo nero raggiungono il cielo, per svanire, poi, in un lampo di fuoco. Quando la situazione si tranquillizza, i variaghi ed Eraclio sono condotti da Folco nella stanza segreta e i feriti sono soccorsi prontamente dai genovesi; lo Spinola adesso vuole capire qualcosa di più sul motivo che potrebbe aver spinto forze demoniache ad interessarsi a quegli uomini del nord e a quel monaco, però Eraclio può solo raccontare il sogno nel dettaglio, con la conseguenza di coinvolgere anche Folco nella faccenda. Il genovese, però, non sembra dare peso a questo e anzi, discutendo, fa capire di sapere molte cose sulle manifestazioni sovrannaturali e di avere notevoli conoscenze occulte; più volte parla di imprese compiute negli ultimi trent'anni e accenna senza troppi giri di parole alla "caccia", che sta portando avanti:

"Sono coinvolto in non meno di 150 patti demoniaci infranti; cosa volete che mi importi di averne uno in più sulle spalle? Sapete, non sono un tipo che dorme tranquillo la notte".


Folco spiega che, in base alla sua esperienza, le creature che hanno attaccato Eraclio e i Variaghi dovevano essere demoni minori mutaforma, venuti per punirli a seguito della rottura del patto; qualche residua possibilità di salvezza potrebbe esserci nell'eseguire l'ordine del demone, ricevuto in sogno da Eraclio (portare una lettera a Knud, l'oste della Korax Arktou, ma non ci sono affatto garanzie a riguardo. A precisa domanda sull'esistenza di demoni più potenti, Folco replica che per esperienza ne esistono alcuni immuni al sale (unica arma efficace contro i mutaforma), per i quali è necessario un più complesso cerimoniale di esorcismo; ne esistono altri in grado di possedere le persone, anche se la permanenza dei demoni sul nostro piano di esistenza di solito non è molto prolungata, non essendo per loro un habitat molto consono.

"Quello che io so sulle forze occulte è solo una minima parte, cioè quello che ho potuto verificare con l'esperienza diretta; se solo una porzione infinitesima dei poteri demoniaci descritti dalla letteratura specifica fosse realtà, per noi tutti sarebbe la fine.


Folco dà un lasciapassare al gruppo dei Variaghi e al monaco Eraclio e dice loro di recarsi l'indomani in patriarcato, dove potranno ritirare una tessera per un posto all'ippodromo, luogo dove sarà possibile parlare con il patriarca.

Lo stesso Folco riferisce che ha provveduto a rinchiudere Leone in un edificio insieme ai libri "proibiti", che desiderava leggere; al termine della lettura, Folco andrà a parlargli, per decidere se ucciderlo o lasciarlo libero.

Certe conoscenze sono pericolose... non sono per tutti.

Interrogato sul conto di Issam, il genovese risponde di non saperne nulla; qualche informazione su altre questioni, però, è stata raccolta dalle sue spie e la condividerà l'indomani, nell'ippodromo.
 
Top
2 replies since 31/7/2010, 12:44   189 views
  Share