L'indagine è cominciata

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Iskander
view post Posted on 2/9/2010, 13:19 by: Iskander




Di lì a poco la locanda è assaltata da un gruppo di armati che, a quanto sembra, hanno il compito di uccidere i variaghi e i loro compagni; lo scontro, però, volge facilmente a favore di questi ultimi, che riescono anche a catturare vivo uno degli aggressori, successivamente interrogato da Folco e torturato da un suo fido aguzzino deforme in un locale sotterraneo nei pressi della locanda. I variaghi assistono all'interrogatorio e riescono a sapere soltanto che un uomo incappucciato ha assoldato un gruppo di sbandati e assassini per eliminarli.

Di ritorno alla casa di Leone, a notte fonda, i variaghi decidono di rintracciare la casa di Giovanni Calafate, l'assassinato, e per farlo stabiliscono che il giorno dopo andranno a fare il giro delle taverne dei quartieri residenziali per carpire informazioni dagli ubriachi; Eraclio, invece, si recherà presso gli archivi del patriarcato per trovare indicazioni circa il quartiere di residenza di Giovanni, tramite la consultazione di documenti concernenti i membri della corte. I variaghi, nonostante reiterati tentativi, non hanno successo e riescono ad individuare solo la casa di una coppia che, quantomeno, sembrava conoscere il cognome. Eraclio non riesce ad uscire di casa perché bloccato da un sonno anormale, dal quale non è possibile svegliarlo in alcun modo; nel sogno un demone lo costringe con la tortura a fare un patto. Quando i variaghi tornano Eraclio è sveglio, anche se sconvolto; il monaco decide di dire tutto anche ai compagni solo dopo aver consultato Folco Spinola. Giunti al palazzo del genovese, i variaghi ottengono che una guardia invii un messo a Folco; il messo torna, un po' stralunato, con la risposta, che è affermativa e che indica un luogo preciso per l'incontro. Il gruppo, in un clima insolitamente freddo e brumoso, incontra Folco insieme a due guardie genovesi; Eraclio riferisce tutto a Folco, che in risposta ribatte dicendo che in questo modo ha appena infranto il patto, rivelandolo a tutti e mettendo tutti in pericolo di vita. Con un'azione improvvisa Folco tenta di pugnalare alla gola il monaco, che, però, spinto via da un variago, risulta solo ferito lievemente alla spalla. Inizia un furioso combattimento tra i genovesi e i variaghi, in cui il principe Gruthal è gravemente ferito alla testa dalla balestra multipla di Folco ed Engar, completamente immobilizzato all'improvviso, subisce sorte simile sotto i colpi di spada di una guardia. Ulf resiste, ma, in generale, i colpi dei variaghi, anche se a segno, forano corpi solo all'apparenza resistenti, che sprigionano fumo nero dalle ferite e che sembrano divenire gassosi all'urto, tanto da far sbilanciare e passare da parte a parte chi porta i fendenti. Solo le preghiere esorcistiche di Eraclio sembrano causare sofferenza ai tre nemici, che comunque continuano lo scontro.
I variaghi continuano a battersi, tentando il tutto e per tutto, ma senza successo, fino a quando Folco ricarica la balestra a mano e con un tiro ravvicinato trafigge il fianco di Gruthal; appena prima che il terzo colpo della mini-balestra multipla sia scoccato e risulti letale per il principe norvegese, ormai gravemente ferito e in fin di vita, la testa del presunto Folco è trapassata da tre dardi di una balestra analoga a quella menzionata generando un vapore sfregolante simile a quello della birra gettata su una piastra incandescente. Mentre il falso Spinola si accascia al suolo agonizzante, tutti si voltano verso il luogo dal quale provengono i dardi e vedono la figura del vero Folco, a cavallo, con il braccio che ha appena scoccato i colpi ancora teso a mezz'aria. Il genovese invita tutti i variaghi ad allontanarsi, quindi grida un ordine alle guardie e agli altri collaboratori che lo accompagnano. Con grande maestria alcuni uomini a cavallo, galoppando in varie direzioni con delle corde tese, tracciano un pentacolo attorno al falso Folco e alle sue guardie. Gli uomini del vero Folco estraggono le spade e le intingono in una bisaccia contenente acqua marina, quindi si scagliano contro i tre nemici, avendone ragione dopo un feroce combattimento. Quando i tre falsi genovesi sono a terra, gravemente feriti, Folco estrae un antico libretto tascabile e inizia a leggere un testo esorcistico in una lingua sconosciuta, mentre tiene sollevata la mano destra, con il palmo aperto; dopo poco le creature si disgregano e tre scie di fumo nero raggiungono il cielo, per svanire, poi, in un lampo di fuoco. Quando la situazione si tranquillizza, i variaghi ed Eraclio sono condotti da Folco nella stanza segreta e i feriti sono soccorsi prontamente dai genovesi; lo Spinola adesso vuole capire qualcosa di più sul motivo che potrebbe aver spinto forze demoniache ad interessarsi a quegli uomini del nord e a quel monaco, però Eraclio può solo raccontare il sogno nel dettaglio, con la conseguenza di coinvolgere anche Folco nella faccenda. Il genovese, però, non sembra dare peso a questo e anzi, discutendo, fa capire di sapere molte cose sulle manifestazioni sovrannaturali e di avere notevoli conoscenze occulte; più volte parla di imprese compiute negli ultimi trent'anni e accenna senza troppi giri di parole alla "caccia", che sta portando avanti:

"Sono coinvolto in non meno di 150 patti demoniaci infranti; cosa volete che mi importi di averne uno in più sulle spalle? Sapete, non sono un tipo che dorme tranquillo la notte".


Folco spiega che, in base alla sua esperienza, le creature che hanno attaccato Eraclio e i Variaghi dovevano essere demoni minori mutaforma, venuti per punirli a seguito della rottura del patto; qualche residua possibilità di salvezza potrebbe esserci nell'eseguire l'ordine del demone, ricevuto in sogno da Eraclio (portare una lettera a Knud, l'oste della Korax Arktou, ma non ci sono affatto garanzie a riguardo. A precisa domanda sull'esistenza di demoni più potenti, Folco replica che per esperienza ne esistono alcuni immuni al sale (unica arma efficace contro i mutaforma), per i quali è necessario un più complesso cerimoniale di esorcismo; ne esistono altri in grado di possedere le persone, anche se la permanenza dei demoni sul nostro piano di esistenza di solito non è molto prolungata, non essendo per loro un habitat molto consono.

"Quello che io so sulle forze occulte è solo una minima parte, cioè quello che ho potuto verificare con l'esperienza diretta; se solo una porzione infinitesima dei poteri demoniaci descritti dalla letteratura specifica fosse realtà, per noi tutti sarebbe la fine.


Folco dà un lasciapassare al gruppo dei Variaghi e al monaco Eraclio e dice loro di recarsi l'indomani in patriarcato, dove potranno ritirare una tessera per un posto all'ippodromo, luogo dove sarà possibile parlare con il patriarca.

Lo stesso Folco riferisce che ha provveduto a rinchiudere Leone in un edificio insieme ai libri "proibiti", che desiderava leggere; al termine della lettura, Folco andrà a parlargli, per decidere se ucciderlo o lasciarlo libero.

Certe conoscenze sono pericolose... non sono per tutti.

Interrogato sul conto di Issam, il genovese risponde di non saperne nulla; qualche informazione su altre questioni, però, è stata raccolta dalle sue spie e la condividerà l'indomani, nell'ippodromo.
 
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2 replies since 31/7/2010, 12:44   189 views
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